Autore: Filip Dudal D.O.
Institute for Functional Medicine Certified Practitioner (IFMCP) USA
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Difesa Immunitaria

Come funziona – Il test per valutarla – Cosa la sostiene – Cosa la rende vulnerabile – Come rinforzarla

In un momento di epidemia o pandemia come quello che stiamo attraversando, le persone si possono ammalare, alcune in modo gravissimo, altre in forma lieve ed alcune per nulla. Durante un’aggressione da virus potranno avvertire sintomi diversificati: mal di gola, tosse, lieve febbre, perdita del gusto, dell’olfatto, sensazione di debolezza, stanchezza, e taluni potrebbero contrarre una polmonite e trombosi anche letali. Possibile inoltre che le conseguenze permangono nel tempo, con manifestazioni infiammatorie sistemiche anche vascolari che, nella maggior parte dei casi, se non riconosciute e correlate all’infezione iniziale, perdurano per anni. Ecco perché è fondamentale difendere e rinforzare lo stato della proprie difese immunitarie, facendo si che non diventano vulnerabili. In ultima analisi, è lo stato delle difese immunitarie che fa la differenza. E’ precisamente questo stato di difese che valuteremo con il Test delle Difese Immunitarie al fine di instaurare una terapia personalizzata che permetterà di rinforzarlo al meglio e in modo duraturo.

Come Funziona

La difesa immunitaria ha quattro funzioni principali:

  • Preservare contro agenti patogeni esterni (virus, batteri, funghi e parassiti)
  • Disintossicare l’organismo da fattori inquinanti (fuliggine, idrocarburi, metalli pesanti, solventi, medicinali, droghe, coloranti, conservanti, plastiche, polveri sottili, eccessi alimentari, etc.)
  • Riparare errori intrinseci di programmazione cellulare che possono recare danno all’intero dell’organismo (cancro e auto-immunità).
  • Riparare i tessuti, le cellule e le molecole danneggiate (ferite, danni alle membrane cellulari e al DNA).

 

Per comprendere appieno il discorso del sistema immunitario umano presenteremo una metafora attraverso un parallelismo con sistema difensivo di una Nazione. Sia in stato di guerra che di pace essa difende le proprie frontiere, mantiene ed attiva barriere di difesa ed investe per mantenerle efficienti.

Vi è un comando unitario che detta le strategie utilizzando forze militare variegate: posti di blocco, pattuglie di frontiera, esercito, truppe di ogni tipo, disposte in luoghi diversi, con compiti specializzati per ogni tipo di aggressioni da aria, terra e mare. Ogni decisione si mette in atto in base ad esperienze e memorie sapere e conoscenza, identità e radici storico culturali di ogni tempo.

Ecco, il sistema immunitario ha già una sua difesa “Innata” e dispone di barriere: le mucose, i tessuti morbidi e sottili che rivestono l’organismo e le sue cavità come per esempio la mucosa orale, la mucosa nasale, la mucosa vaginale, la mucosa bronchiale, la saliva, le lacrime e infine la pelle.

Ai questi posti di blocco si appostano sia i Macrofagi che fagocitano i batteri intrusi, che i Natural Killer (NK) che uccidono i virus.

Lungo la frontiera pattugliano le Citochine:

  • le interleuchine IL-1 e IL-6 che inducono che provocano l’infiammazione in risposta ad una possibile infezione batterica con conseguente febbre.
  • gli interferoni Alfa e Beta che inducono una resistenza all’infezione virale bloccandone la replicazione all’interno della cellula invasa.
  • il Tnf-alfa (Tumor necrosis factor-alfa) che è capace di indurre la morte cellulare programmata, l’infiammazione e l’inibizione della replicazione virale. Il Tnf-alfa che ha forte azione pro-infiammatoria è responsabile dell’attivazione della febbre da parte dell’Ipotalamo.
  • alcune proteine presenti nel sangue e sulle superficie cellulari, (Sistema del Complemento), che formeranno un complesso di replicazione che si inserisce nelle membrane cellulari.

L’esercito è costituito da I Globuli Bianchi detti anche Leucociti hanno differenti reggimenti ed ognuno di questi ha una sua specificità e peculiarità. Entrano in azione con tutte le forze con la missione sia di difendere che di attaccare. Il reggimento più importante è quello dei Linfociti CD3 che incorpora tre corpi speciali: i Natural Killer-NK, i Linfociti B e i Linfociti T.

I Natural Killer-NK sono paragonabili alle forze armate dei nuclei speciali, teste di cuoio, che hanno la missione di annientare e distruggere le cellule infettate dai virus in modo intra-cellulare attaccando con blitz specifici.

I linfociti B attivano repentinamente comunicazioni con la linea di comando attraverso il dispaccio di numerosi messaggeri chiamati Citochine (Interleuchine-IL-6, gli interferoni Alfa e Beta, il Tnf-Alfa). Esse a loro volta attivano le truppe d’assalto (anticorpi IgA, IgM, IgG, IgD, IgE), alcuni di questi anticorpi entrano in azione subito dopo l’aggressione (IgM); altri entrano in azione successivamente (IgG) e potranno rimanere in campo con tempistiche indeterminate.
Queste infatti hanno già conosciuto e combattuto lo specifico nemico, e accumulato il loro sapere, ne faranno così tesoro e andranno a costituire un nuovo capitale difensivo a favore del sistema immunitario. Al momento del ritiro delle prime truppe d’assalto (IgM), il conflitto verrà considerato come “risolto” o “negativizzato” e gli IgG diventano depositari della memoria dell’assalto.

I linfociti T riconoscono il nemico come non uguale (Non-Self) alla proprie truppe e ne informeranno diversi reggimenti scelti e specifici (CD8 e CD4) per ogni tipo di nemico. Il truppe dei Linfociti T sono costituite da soldati estremamente specializzati aventi ruoli specifici che vengono attivati unicamente in presenza di precise dinamiche belliche. I soldati di questo reparto speciale costituiscono la “Sotto-Popolazione Linfocitaria”.

La Sotto-Popolazione Linfocitaria comprende: i Linfociti T CD3, i Linfociti T CD4 T-helper (Th), i Linfociti T CD5, i Linfociti T CD8, i Linfociti B CD19, i Linfociti Natural Killer (NK1, i NK2, i NK3), i Linfociti Th22, i Linfociti T8-Citotossici, i Linfociti T8-Soppressori, i Linfociti Th1, i Linfociti Th2, i Linfociti Th17, i Linfociti T-attivati e i Linfociti Th9.

Un’ attenta analisi di referti specialistici metterà in luce quali “truppe” sono presenti sul campo e l’eventuale vulnerabilità dei diversi sistemi di difesa.

Il Test della Tipizzazione Linfocitaria rappresenta una valutazione efficace per controllare il sistema immunitario.

Fig.1. Referto del Test della Tipizzazione Linfocitaria. Le colonne nere sono i valori relativi al paziente. Le colonne colorate rappresentano i range nor-mali.
Fig.1. Referto del Test della Tipizzazione Linfocitaria. Le colonne nere sono i valori relativi al paziente. Le colonne colorate rappresentano i range normali.

Oltre l’importante ruolo che riveste il reggimento dei Linfociti CD3, l’esercito comprende e si avvale di ulteriori reggimenti. In tempo di pace, per mantenere un buon equilibrio del potenziale di difesa, il numero di truppe nei diversi reggimenti deve rispettare un ordine di grandezza che va dai più numerosi ai meno numerosi: Neutrofili (40-70%), Linfociti (20-40%), Monociti (3-8%), Eosinofili (3%) e Basofili (1%). In una situazione di guerra gli ordini di grandezza vengono stravolti fornendo l’indicazione che sta succedendo qualcosa di anomalo. Ogni reggimento di cellule lotta contro un particolare nemico cosi, osservando l’alterazione dei numeri dei soldati di ogni specifico reggimento, possiamo risalire a quali nemici hanno violato le frontiere della nazione.

Se il numero dei soldati nel reggimento dei Linfociti aumenta, questo può far sospettare un’eventuale invasione virale, se invece il loro numero diminuisce fa sospettare uno stato di deficit immunitario con una conseguente vulnerabilità. Nei casi più gravi può avvenire una vera e propria immunodeficienza che espone il soggetto ad acute infezioni virali, batteriche e fungine.

Cosi come avviene nell’esercito che si avvale di accademie militari per formare nuovi soldati, lo stesso succede anche per i diversi componenti del sistema immunitario, che vengono forgiati principalmente in determinati organi: timo, midollo osseo, milza, linfonodi, fegato, intestino e tonsille. Purtroppo negli anni passati si usava asportare le tonsille privando l’organismo di una difesa importante.

Nessun esercito può sperare di operare in modo efficace e rapido senza i giusti rifornimenti. Per il sistema immunitario i principali sono: le Vitamine di diversi tipi: A, B6, B9, B12, C, D, E, K2, e i Minerali Zinco, Rame, Selenio e Ferro.

Fig.2. Acqua ad alto contenuto di minerali
Fig.2. Acqua ad alto contenuto di minerali

É di fondamentale importanza che questi rifornimenti possano essere caricati e poi trasportati fino ad utili destinazioni e che non vengano rubati o distrutti prima di arrivare a destinazione. Il sito di caricamento delle vitamine e dei minerali si trova nella mucosa intestinale del tenue che, avvalendosi di una membrana selettiva, ha il compito di lasciare entrare solo quelle sostanze utili al corpo. Gli agenti di trasformazione dei prodotti finali, come le vitamine, sono i componenti della nostra flora batterica, prevalentemente i Bifidobatteri e Lattobacilli. Questi agenti per ottenere l’energia e lavorare devono essere a loro volta nutriti da fibre solubili ad alto contenuto di 1-3 Beta-Glucano presenti per es. nell’avena e nell’orzo.

I preziosi rifornimenti nel nostro intestino possono essere derubati ed alterati dalla presenza di una flora patogena costituita da batteri (Escherichia Coli, Streptococchi, Pseudomonas, Salmonella etc.) oppure da popolazioni fungine introdotte nell’ organismo da un alto consumo di lieviti, muffe e zuccheri che sostengono la popolazione delle diverse Candide. Tutti questi organismi devono rimanere in numero controllabile dai nostri agenti di trasformazione e carico, cioè i Bifidi e i Lattobacilli. Altre popolazioni come i parassiti (Ossiuri, Tenia, etc.) e Protozoi (Giarda, ameba etc.) non devono proprio essere presenti.

I Bifido batteri e i Lattobacilli intervengono attivamente a livello della mucosa intestinale e a livello delle Placche di Peyer (GALT o Gut-Associated Lymphoid Tissue) vere e proprie centraline immunologiche situate nella sotto-mucosa dell’intestino tenue. È dunque imperativo, per una buona “Resistenza Immunologica”, godere di una sana ed equilibrata flora intestinale e sarà utile diagnosticare tutti i casi di squilibrio della flora intestinale, chiamata anche Disbiosi intestinale. Nel caso specifico dell’ infezione da Covid-19, sono i batteri Prevotella, Veillonella, Nesseire e Acinobacter a favorire lo sviluppo del virus. Questi batteri, infettati dal virus, fungono da trasportatori permettendo al Covid-19 di replicarsi in modo esponenziale e di entrare nelle cellule polmonari. Questo spiega perché specifici antibiotici usati contro questi batteri patogeni,  sono efficaci in associazione con altri farmaci nel contrastare il Covid-19. E’ dimostrato che i Prevotella sono presenti in gran numero negli anziani e quasi assenti nei bambini. Questo è un fattore che spiega la scarsa infezione dei bambini e l’ alto rischio d’infezione negli anziani. Un sana flora batterica, non permette ai batteri patogeni  come i Prevotella di svilupparsi.

Un Test della Funzionalità Intestinale fornirà le informazioni necessarie per poter ristabilire una flora intestinale equilibrata e l’assorbimento dei nutrienti.

Fig.3: Le Placche di Peyer - centraline immunologiche situate nella sotto-mucosa, tra le villosità dell'intestino tenue.
Fig.3: Le Placche di Peyer – centraline immunologiche situate nella sotto-mucosa, tra le villosità dell’intestino tenue.

Sempre continuando metaforicamente a paragonare il sistema immunitario con le difese di una nazione, potremmo comprendere come, oltre all’esercito che dispiega visibilmente le sue truppe in campo, esiste anche una resistenza “civile” ed una attività segreta per così dire di “spionaggio”, in opposizione alla propaganda politica ed all’informazione intenzionalmente travisata dal nemico. Questo tipo di linea di difesa è data da Anti-Ossidanti in opposizione ai dannosi Radicali Liberi.

I radicali liberi sono molecole molto reattive e ossidanti prodotte dal metabolismo dell’ossigeno, dunque dalla respirazione che avviene all’interno dei nostri Mitocondri. Essi sono le centraline energetiche delle cellule, poiché sono capaci di produrre grandi quantità di una molecola, chiamata ATP (adenosina tri-fosfato), che ha il ruolo di trasportare e fornire alle cellule l’energia necessaria per le loro funzioni. Il poco esercizio fisico, il tabagismo, errate abitudini alimentari, la mancanza di sonno e lo stress, richiedono tutti un aumento di attività forzato dei nostri Mitocondri con conseguente eccessiva produzione di radicali liberi. Questi ultimi, se presenti in quantità eccessiva, la loro attività ossidante altera le strutture cellulari e il nostro DNA. Per contrastare questa attività ossidante, il nostro corpo ha dunque bisogno di un giusto apporto di sostanze Anti-ossidanti. Nella terapia post-Covid-19 sarà importante apportare i giusti nutrimenti per ripristinare la danneggiata funzione Mitocondriale.

La maggior difesa anti-radicali liberi, o meglio anti-ossidante, è costituita dal Glutatione, un enzima ubiquitario nel corpo e concentrato in maggior quantità nel fegato ove contribuisce anche alla detossificazione epatica. Il precursore del Glutatione è il NAC (N-acetil L-Cisteina), agisce come forte e specifico anti-ossidante bronchiale e favorisce la fluidificazione del muco bronchiale. Altre difese anti-ossidanti sono: il Selenio, le Vitamine A, C ed E, i Carotenoidi e i Flavonoidi contenuti nella frutta e nella verdura.

L’alimentazione priva di frutta e verdura è la causa primaria del deficit del potenziale anti-ossidante.

Inoltre più è grande la carica tossinica del corpo, più il fegato dovrà ricorrere ad antiossidanti per neutralizzarla esaurendo così le riserve, come si verifica nel tabagismo cronico e nella detossificazione polmonare da fuliggine e smog.

Oltre alle proprie forze armate sono necessari anche gli alleati che partecipano e rinforzano la strategia e la comunicazione della linea di comando. Si tratta degli ormoni; il principale è quello prodotto dal timo, il Thymosin-Alfa-1 che ha grande effetto stimolante sull’immunità cellula-mediata in quanto induce la proliferazione dei diversi Linfociti. Inoltre il DHEA che entra in azione nelle prime fase dello stress, la Melatonina che ha forte azione anti-ossidante, il Cortisolo che ha azione anti-infiammatoria, l’ormone tiroideo T3 che accelera il metabolismo e quindi potenzia la reattività dell’ organismo, e l’Ossitocina  che attutisce la percezione dello stress,  sono tutti degli ormoni che stimolano l’immunità se presenti in dosi ottimali.

I diversi componenti del sistema immunitario devono agire di concerto ed in modo armonioso. Questo concetto viene chiamato in termini immunologici “Self Tolerance”. Quando questa tolleranza tra i diversi componenti viene a mancare, possono nascere dei fenomeni di autoimmunità che potranno essere scoperti grazie ai marker specifici e al Test della Tipizzazione Linfocitaria. Alcune esempi delle malattie autoimmuni più diffuse sono: la Tiroidite di Hashimoto, il diabete di tipo 1 e in alcuni casi anche la fibromialgia.

La “Self Tolerance” è mantenuta dalla giusta presenza e da un numero sufficiente di Linfociti T-reg. Infatti si è osservato che nel caso di patologie auto-immuni come il Diabete tipo-1, la Sclerosi Multipla, nelle Malattie Infiammatorie dell’ Intestino (IBD) come la Colite Ulcerosa o la Malattia di Crohn, cosi come in alcuni tipi di allergia, il Test della Tipizzazione Linfocitaria rivela che i T-reg sono in deficit. La proliferazione dei T-reg viene aumentata ed é sostenuta dall’acido forico.

Infine, ma non di minore importanza, ogni esercito ha bisogno di una linea di comando realizzata con coscienza per la salvaguardia della vita umana, galvanizzata da uno spirito positivo e motivata da un giusto scopo superiore. Nel corpo umano la linea di comando è data da spirito, psiche, emozioni ed l’energia collegate tra loro.

L’organismo umano è un sistema unificato ove salute, destino, carattere e mentalità sono inseparabili. (S.N. Lazarev)

Il test per valutarla

Per comprendere e stabilire quale sia il nemico da combattere oltre ai due Test della Tipizzazione Linfocitaria e quello della Funzionalità Intestinale già accennati sopra, faremo appello al Test delle Difese Immunitarie. E’ importante un’attenta analisi dei dati valutando quali specifiche forze stanno combattendo in campo in eccesso o in deficit controllando così lo stato e l’eventuale vulnerabilità della nazione, cioè dell’intero sistema immunitario. Con questi dati, la linea di comando potrà instaurare la migliore strategia a favore della difesa contro lo specifico nemico, salvando così l’intera nazione.

Il Test delle Difese Immunitarie nasce proprio con questo scopo.
Fig. 5: Il Test delle Difese Immunitarie nasce proprio con questo scopo.

Il Test delle Difese Immunitarie viene effettuato su sangue prelevato a digiuno, permette di valutare la potenzialità ed il grado di adattamento o di non-adattamento del sistema immunitario all’evento clinico che il soggetto sta attraversando: la sua resistenza o al contrario la sua vulnerabilità immunologica.

Questo test misura le quantità e le percentuali dei diversi linfociti presenti nel sangue. Il suo grande vantaggio è che è anche “predittivo” ovvero permette di stabilire se il soggetto ha una sistema immunitario debole che lo espone a rischio di infezioni, o se al contrario gode di un buona immunità che lo protegge.

Grazie a questo test vengono anche valutate quelle sostanze che sono necessarie per una forte e pronta risposta immunitaria che permanga per più tempo. Inoltre, sono compresi anche i markers specifici che rivelano la presenza di un’infiammazione sistemica. Infine, viene valutata l’entità dello Stress Ossidativo, ossia l’entità del danno cellulare determinato da un eccesso di “radicali liberi”. Lo stress ossidativo si estrinseca sui componenti cellulari aggravando così la già critica condizione del soggetto in preda ad un possibile deficit immunitario o ad uno dei quadri più gravi ancora, che caratterizzano l’immunodeficienza.

Cosa la sostiene

  • Una sana alimentazione a base di acqua, verdure, frutta, frutta secca e semi, olii spremute a freddo, proteine animali ma non latte e latticini, cereali senza glutine consumati a cena, fibre senza glutine, brodi d’osso, zuppe senza legumi, e spezie. Miele, Pappa Reale Fresca e fave di cacao tostate. Digiuni in soggetti che possono sostenerli. Cucinare favorendo la cottura a temperatura bassa, al vapore e il crudo.
  • Una buona difesa anti-ossidante.
  • Un buon equilibrio ormonale.
  • Un basso carico tossico.
  • Rispettare i tre pasti: prima colazione, pranzo, e cena con calma. Consumare proteine e verdura a colazione e a pranzo, consumare carboidrati e verdure a cena.
  • Esercizio fisico in natura respirando aria pura.
  • Bagni, massaggi con oli naturali e cataplasmi, sauna, bagno turco.
  • Almeno 8 ore di sonno. Concedersi momenti si silenzio e solitudine.
  • Vivere secondo il proprio orologio biologico e quello della natura.
  • L’umidificazione dei locali con umidità pari almeno a 60% per sostenere l’idratazione delle mucose nasali e bronchiali.
  • La sanificazione degli ambienti domestici e di lavoro vaporizzando olii essenziali di Timo, Origano e Ravintsara Aromatica.
  • Nutrirsi di arte, cultura, lettura, e musica.
  • Le relazioni di coppia, famigliari e sociali armoniose, la presenza di un animale di compagnia, il ridere, la parola giusta, la coltivazione dei propri doni, il rispetto della vita, il sentimento di avere un futuro, la penitenza, la capacità di perdonare, la pace dello spirito e l’apertura del cuore. La consapevolezza di far parte di un disegno superiore. In sostanza il sistema immunitario viene sostenuto da tutti quei fattori che difendono l’energia spirituale e la struttura dei campi energetici della persona che la connettono con la sua origine.

Cosa la rende vulnerabile

Le malattie croniche

Esse rendono il sistema immunitario sempre più vulnerabile con l’avanzare della malattia nel tempo, costituiscono la “comorbidità” che non permette all’organismo di difendersi con efficacia di fronte ad un agente patogeno potenzialmente letale. Le malattie croniche più comuni, tutte accomunate da uno stato di infiammazione silente e cronica, sono quelle cardio-vascolari (ipertensione, ictus, infarto), il diabete, le malattie croniche respiratorie (come la bronchite cronica ostruttiva e l’asma), l’obesità e le sue complicanze, le malattie neuro-degenerative, le malattie auto-immuni e il cancro. Tutte queste malattie fanno parte delle cosiddette NCD (Non-Communicable Diseases o Malattie Non Trasmissibili) e sono in crescita esponenziale in tutto il mondo. Le NCD sono delle malattie croniche che prima o poi sfociano in un evento acuto e sono la causa principale di morte. Rappresentano il 63 % del totale dei decessi e uccidono 36 milioni di persone ogni anno. Le previsioni sostengono la tesi che entro il 2030 questa percentuale salirà al 74%. Tutte le malattie croniche, hanno come denominatore commune l’alto tasso delle Interleuchine pro-infiammatorie IL-6. Un’infezione virale come il SARS-Cov-2 provoca il rilascio di un enorme quantità incontrollabile di Interleuchine IL-6, provocando così una tempesta infiammatoria che accelera il processo morboso delle malattie croniche e ne provoca l’evento acuto che può rivelarsi letale. Il distacco di trombi per attivazione dell’enzima Lp-PLA2 che liquefa la placca ateromasica e per l’alta presenza delle interleuchine pro-infiammatorie  nei soggetti che già soffrono di malattie croniche cardiovascolari e aggrediti dal SARS-Cov-2, ne è l’esempio.

L’indebolimento del sistema ormonale

Il sistema immunitario si indebolisce quando subisce un calo generale e progressivo della produzione ormonale, che avviene naturalmente per tutti, dai 35 anni in poi, ed è responsabile del progressivo invecchiamento psico-fisico. Ecco perché le persone cronicamente stressate e gli anziani sono più esposti e vulnerabili alle infezioni. Gli ormoni principali che, se deficitari, non sostengono più il sistema immunitario sono:

  • il Thymosin-Alfa-1 prodotto dalla ghiandola del timo: è un potente modulatore e stimolatore della proliferazione dei Linfociti Natural Killer (NK) aventi specifiche azioni anti-virale.
  • il Cortisolo e il DHEA (Deidroepiandrosterone) prodotte dalle ghiandole surrenali.
  • la Melatonina, è un potente anti-ossidante ed è prodotta dalla ghiandola pineale che sovente risulta deficitaria negli anziani.
  • l’ormone Tiroideo attivo T3 che agisce come modulatore della risposta immunitaria cellula-mediata e specificatamente anche sulla proliferazione dei Linfociti Natural Killer (NK), ma non solo, accelera il metabolismo cellulare e potenzia la reattività del corpo intero.
  • l’Ossitocina, detta anche ormone dell’amore, viene prodotta dall’ipotalamo e facilita l’elaborazione delle informazioni interpersonali e il cosiddetto “bonding” sociale e di coppia, inoltre aiuta a percepire le situazioni di stress con più positività e distacco.

Fattori legati allo stile di vita errato

Sono principalmente un’alimentazione sbagliata, la privazione del sonno, l’inquinamento, e non meno importante, lo stress cronico spesso indotto dai conflitti personali, interpersonali, generazionali e transgenerazionali.

È deleteria anche un’alimentazione povera di idratazione, di frutta e verdura i cibi ricchi di zucchero, l’eccesso di carboidrati, i cereali e farine con glutine, i grassi fritti trans e idrogenati, il latte così come il latticini ed i formaggi, i lieviti e le muffe

  • le lectine, i cibi di origine industriale, i coloranti, gli emulsionanti, i conservanti, i dolcificanti, le proteine animali lavorate.
  • alcol e le bevande fermentate come la birra se consumati smoderatamente.
  • abbuffarsi oltre il limite della sazietà.
  • cucinare ad alta temperatura e alla brace.
  • saltare i pasti, mangiucchiare durante la giornata, mangiare di notte, mangiare di fretta e masticare sommariamente. Consumare zuccheri e carboidrati la mattina e a pranzo, consumare proteine a cena.

Inoltre sono da evitare:

  • Un altro grado di stress ossidante con deficit della difesa antiossidante.
  • Uno squilibrio ormonale con deficit o eccessi ormonali.
  • Un’alta carica tossica.
  • Sedentarietà.
  • Aria inquinata, particelle fini pm10 e pm2,5.
  • La presenza di campi magnetici innaturali.
  • Dipendenze da alcol, vino, caffè, tè, droghe, medicinali etc.
  • Mancanza di sonno. Mancanza di momenti per se.
  • La vita accelerata contro il proprio chronos e di quello dalla natura.
  • Ambienti secchi con umidità sotto ai 60%.
  • Povera igiene corporea. Mancata igiene della bocca, gengiviti e carie.
  • Ambienti malsani con presenza di muffe e polveri.
  • Mancanza di stimoli e nutrimento per lo spirito, la noia.
  • I conflitti personali e interpersonali, il risentimento, l’aggressività, la violenza, l’invidia, la gelosia, la scarsa socializzazione, il sentimento di solitudine, la paura, l’ansia, la rabbia, la parola perversa, il sentimento di non avere un futuro, la non accettazione del proprio destino, il non rispetto della vita umana e animale, l’attaccamento, il tormento dello spirito, l’incapacità di perdonare, la chiusura del cuore. L’egoismo. In sostanza il sistema immunitario viene indebolito quando viene intaccata l’energia spirituale e la struttura dei campi energetici della persona, e che consapevolmente o inconsapevolmente permette di essere slegata in qualche modo dalla sua origine.

Come rinforzarla

Il ripristino del potenziale immunitario non si ottiene in poco tempo. È possibile stimolarlo in modo importante ma questa azione dovrà necessariamente essere seguita da una modificazione dello stile di vita e il paziente dovrà rendersi conto che lo stato nel quale si trova ora è il risultato di anni di squilibrio metabolico ed energetico. Qui la partecipazione del paziente è una condizione sine qua non.

La malattia sarà un’occasione per prendere consapevolezza verso quali fattori difendono o alterano l’energia spirituale e la struttura dei campi energetici della persona che la connettono alla sua origine. In questo senso la malattia può essere uno dei sentieri per lo sviluppo spirituale, in quanto il corpo dipende dallo spirito.

Il risultato del Test delle Difese Immunitarie fornirà informazioni su quale germe ha aggredito l’organismo, quale sono i Globuli Bianchi che sono intervenuti e quali sono i Linfociti B e T che hanno risposto all’aggressione. Inoltre fornisce informazioni sulle forze disponibili ed eventuali deficit e su quali co-fattori può contare e su quali no. Infine fornisce lo stato della difesa anti-ossidante.

Come intervenire

  1. Correggere i fattori di vita modificabili: l’alimentazione e l’idratazione, il sonno e se è possibile in una prima fase, il movimento.
  2. Apportare i nutrimenti fino a raggiungere le concentrazioni ottimali: Vitamina A, B6, B9, B12, C, D, E, K2, e i minerali: Zinco, Rame, Selenio e Ferro. Si potrà ricorrere alla Terapia Infusionale. Questa tecnica consiste nella somministrare soluzioni e sostanze per via endovenosa soprattutto in quei casi dove la terapia per via orale non è sufficiente a colmare i deficit presenti. In questo caso si farà uso della “soluzione Immunità” che contiene vitamine, elettroliti e importanti anti-ossidanti come il Glutatione e la Vitamina C.
  3. Potenziare l’azione anti-ossidante, virostatica e antibatterica: tramite l’Ossigeno-Ozono Terapia Sistemica. Durante la auto-emo-infusione, il medico preleva 200 cc di sangue venoso che viene poi unito con una miscela gassosa di ossigeno e ozono. Il sangue così ossigenato viene poi fatto fluire nell’organismo del paziente. È stato dimostrato che l’ozono viene prodotto fisiologicamente dai nostri Globuli Bianchi. Sinora non è stato osservato nessun virus o battere resistente all’ ozono SIOOT. L’ozono uccide gli organismi parassitari per lisi cellulare attaccandone con meccanismo ossidativo le membrane protettive, senza lasciar residui chimici. I virus vengono prima inattivati e poi fisicamente distrutti senza controindicazioni.
  4. Ripristinare la funzione intestinale ed una flora intestinale equilibrata: tramite il Programma 5R descritto nel mio articolo: La Funzionalità Intestinale e il Programma 5R. È importante considerare non solo l’ alimentazione, la flora e il giusto apporto di beta-glucani, ma anche gli enzimi digestivi e l’innervazione neuro-vegetativa dell’intestino. Nei casi difficili potrà essere necessario un Test di Funzionalità Intestinale eseguito su tre campioni di feci, e un Test delle Ipersensibilità / Intolleranze / Sierologia Celiaca / Allergie alimentari.
  5. Ridurre l’infiammazione silente e sistemica: tramite sostanze naturali presenti nel regno vegetale come: La Curcuma, lo Zenzero, la Boswellia Serrata, la Spirulina Platensis, l’ Uncaria Tomentosa, l’ Ashvwagandha, la Scuttelaria, il Reishi, il Maitake, l’Astragalo, la Bromelina, l’Aglio, e infine l’ Ecchinacea che non è propriamente un anti-infettivo ma stimola i macrofagi e stimola l’ IL-10 che ha azione anti-infiammatoria.
    Sull’infiammazione silente intestinale agiscono in modo incisivo: Astragalus Membranaceus, Curcuma Longa L., Salix Alba L., Magnesio bisglicinato, L-Glutamina, Cordyceps Sinensis Sporoforo, Boswellia Serrata, Uncaria Tomentosa, Quercitina, Glicina, L-Lisina, e lo Zinco.
  6. Combattere gli agenti patogeni: tramite alcuni Oli Essenziali che hanno spiccata azione anti-virale e anti-batterica. Nello specifico: gli oli essenziali di Ravintsara Aromatica, Thymus Thuyanoliferum, Thymus Vulgaris Linaloniferum, Origanum Marjorana dei Giardini, Eucaliptus Globulus, Eucalyptus Radiata, Rosmarinus Pyramidalis, Santureja Montana Carvacrolifera, Elletteria Cardamomum.
    Olio essenziale di Ravintsara Aromatica ad alta azione anti-settica.
    Fig. 9. Olio essenziale di Ravintsara Aromatica ad alta azione anti-settica.

    Per le infezioni fungine e più specificatamente da candida, sono utili i seguenti oli essenziali: Oli essenziali di Thymus Vulgaris, Thymus Serpyllum, Santureja Montana, Origanum volgare, Cinnamomun Zeylaticum, Cymbopogon Martini, Eugenia Caryophillus, Laurus Noblis Foglie, Melaleuca Alternifloglia Foglie, Melaleuca Viridiflora Foglie, Pelargonium Graveolens e Eucalyptus Citriodora.

  7. Correggere i deficit ormonali e ripristinare i loro valori ottimali: Una volta realizzate queste azioni, si potrà procedere ad un Test Ormonale Uomo o Donna su sangue e urine per stabilire se il soggetto ha dei deficit ormonali che contribuiscono all’indebolimento del sistema immunitario. In caso deficit e squilibri dovuti anche all’avanzare dell’età, si potrà ricorrere alla Terapia Ormonale con Ormoni Bio-Identici (BHRT).

L’individuo nel corso della propria vita non dovrebbe attingere in modo smisurato al suo sistema immunitario che di conseguenza mano a mano si indebolirà sempre di più, ma dovrebbe prendersi cura di sé e dare maggior importanza al suo spirito. Così facendo corregge anche la propria struttura energetica. Con questa accortezza non dovrà sostenere le guerre contro i microrganismi che approfittano delle sue mancanze per invaderlo.

 


PER SAPERNE DI PIÙ

Il test delle difese immunitarie

Le indicazioni per questo test sono:

  • valutazione della vulnerabilità del sistema immunitario
  • infezioni da virus, batteri, parassiti o miceti
  • infezioni virali croniche
  • riattivazioni virali
  • stati di convalescenza dopo un’infezione
  • stati di stanchezza cronica
  • stati di stress cronico
  • stati infiammatori cronici e acuti
  • malattie auto-immuni
  • neoplasie e malattie ematologiche
  • schemi terapeutici con medicinali che possono interferire nella risposta immunitaria.

Quando ripetuto periodicamente, il test costituisce anche uno strumento di controllo dell’andamento della terapia e della risposta immunitaria positiva o non dell’individuo.

Il Test delle Difese Immunitarie comprende: l’emocromo, la Tipizzazione Linfocitaria, i co-fattori che sostengono l’immunità, gli indici della difesa anti-ossidante, gli indici dell’infiammazione, i marker dell’autoimmunità e i marker dello stress ossidativo.

1. L’ EMOCROMO

È un test di routine, che già fornisce un orientamento sull’attività delle cellule del sistema immunitario. Effettuato su sangue prelevato a digiuno valuta anche la presenza e la concentrazione dei Globuli Bianchi: Neutrofili, Linfociti, Monociti, Eosinofili e Basofili.

Neutrofili: Cellule presenti nel sangue che si spostano verso il sito d’infezione e attaccano i batteri fagocitandoli e degradando i residui con enzimi di degradazione presenti nel loro citoplasma. Sono i neutrofili che sono presenti maggiormente nel pus. I neutrofili vengono stimolati dall’Interferone-Gamma e dal Tnf-Alfa. I neutrofili aumentano nelle infezioni virali, batteriche e da miceti. Il loro numero aumenta nelle necrosi dei tessuti che seguono i traumi e le scottature e gli infarti del miocardio. Aumentano nel tabagismo cronico e nelle situazioni di stress cronico così come nell’esercizio fisico sostenuto ed eccessivo. Altre forme nelle quali i neutrofili aumentano sono: la leucemia cronica, reazioni avverse ai medicinali (per esempio all’Ibuprofene), malattie auto-immuni, metastasi ossee, alcune forme di anemia e durante la chemioterapia.

Linfociti: Piccole cellule molto mobili e presenti nel sangue. Vengono chiamati Linfociti perché sono presenti anche nei tessuti linfoidi e circolano nella linfa, nelle mucose e negli organi linfoidi come il midollo osseo, il timo, la milza, i linfonodi, e il tessuto linfoide associato alle mucose (MALT, Placche di Peyer, appendice cecale, e altri raggruppamenti linfoidi sparsi nelle mucose). Possono extravasare e migrare attraverso il tessuto connettivo lasso. I linfociti comprendono il linfociti B, i Linfociti T e i Natural Killer (NK). I linfociti aumentano nelle infezioni virali (per esempio: Epatite, Herpes, Citomegalovirus, Varicella, Coronavirus, Virus Epstein-Barr). Aumentano in alcune infezioni batteriche come la Pertosse e la Tuberculosi. Aumentano anche in diverse forme di leucemia. Diminuiscono in caso di immunodeficienza e in alcune malattie auto-immuni, così come in alcune chemioterapie. Diminuiscono anche nei quadri di deficit ormonali.

Monociti: Cellule responsabili della fagocitosi di sostanze estranee. Come i Linfociti B e T, sono prodotti nel midollo osseo. I Monociti vengono reclutati attivamente nel sito infiammatorio dove si differenziano in Macrofagi. Aumentano in caso di infezioni croniche come la Tuberculosi e le infezioni da miceti, nelle malattie del collagene come il Lupus Eritematoso, Sclerodermia, Artrite Reumatoide, Vasculiti, nelle Endocarditi Batteriche, nelle Malattie infiammatorie del Colon (IBD) e in alcune Leucemie.

Eosinofili: Cellule prodotte dal midollo osseo e presenti negli infiltrati infiammatori delle reazioni tardive dell’ipersensibilità immediata, caratteristica questa delle allergie. Inoltre gli eosinofili intervengono nella difesa contro i parassiti intestinali come i vermi della classe degli elminti. Aumentano in caso di allergie, eczema e dermatiti, allergie a medicinali, parassitosi, asma, e processi infiammatori legati alla celiachia.

Basofili: cellule circolanti nel sangue prodotte dal midollo osseo che rilasciano sostanze di mediazione per le risposte infiammatorie e allergiche. Aumentano nella Colite Ulcerosa, nell’Artrite Reumatoide Giovanile, nel Diabete, in alcuni squilibri ormonali e nelle allergie.

Globuli Bianchi all’ interno del vaso sanguigno.
Fig.10. Globuli Bianchi all’ interno del vaso sanguigno.

2. LA TIPIZZAZIONE LINFOCITARIA

È un test su sangue che valuta le sotto-popolazioni dei diversi linfociti e per tale motivo consente di valutare la vulnerabilità del sistema immunitario. Inoltre definisce con più chiarezza le linee di difesa che sono disponibili e quali sono deficitarie. Questo test e anche uno strumento che permette di scoprire eventuali deficit immunitari silenti, probabili malattie autoimmuni e neoplasie. Infine, il test, se ripetuto in modo periodico, permette di monitorare lo stato evolutivo delle malattie e come il paziente sta reagendo alle cure e al suo cambiamento di stile di vita. I linfociti sono le uniche cellule del sistema immunitario dotate di recettori specifici per i “non-self” rappresentati da: virus, batteri, miceti, parassiti e cellule tumorali. La sotto-popolazione comprende i seguenti parametri:

Linfocitosi assoluta: viene espressa in numero di Linfociti per mm cubo. Il valore normale per l’adulto si situa tra i 1000 e 4000 / mm3. l’Iper-linfocitosi può essere acuta o cronica. Nell’adulto un aumento cronico che ha una durata superiore ai tre mesi deve essere indagato. Il 50 % delle linfocitosi croniche dell’adulto sono di origine tumorali.

Linfociti T CD3: Il CD3. Le lettere CD stanno per “Cluster Differentiation”, cioè quella specifica struttura proteica (cluster) transmembrana che attribuisce la specificità di funzione ad un dato Linfocita, differenziandolo così da gli altri Linfociti. Il CD è un complesso proteico espresso sulla superficie di tutti i Linfociti T maturi ed è responsabile del segnale di transduzione da parte del recettore all’antigene del Linfocita T. Il CD3 contribuisce a generare l’attivazione dei Linfociti ed è anche responsabile del riconoscimento dei frammenti del “non-self” (virus, batteri, miceti, e cellule tumorali) in forma di peptide associato al Complesso Maggiore di Istocompatibilità (MHC). Alcuni medicinali immunosoppressori agiscono per inibire il CD3. I Linfociti T CD3 diminuiscono globalmente in caso di deficit di Zinco, Ferro e Vitamina A. Vedono il loro numero scendere quando vengono instaurate delle terapie con medicinali immunosoppressori, anticorpi monoclonali, radioterapie e terapie con cortisone. Diminuiscono anche nei casi di stress acuti e Sindrome di Cushing ove nei due casi si assiste ad un aumento del cortisolo, infezioni virali avanzate da HIV, Linfomi e tumori solidi in stadi avanzati, cirrosi epatica, insufficienza renale e lupus.
I Linfociti T CD3 aumentano nelle infezioni virali attive (EBV, CMV etc…), nelle infezioni batteriche (sifilide, tubercolosi etc.) e parassitarie (toxoplasmosi, malaria etc…). Il loro numero può anche aumentare durante la gravidanza, nel tabagismo e nell’abuso di droghe.

Linfociti (in rosa) che riconoscono i frammenti "non-self" (in blu)
Fig.11 Linfociti (in rosa) che riconoscono i frammenti “non-self” (in blu)

Linfociti T CD4 T-helper (Th): Il CD4 è una glicoproteina espressa nei Monociti, Macrofagi, Cellule Dendritiche e nei Linfociti T-Helper (Th) che ha funzione di co-recettore limitato agli antigeni del MHC di classe II. Questo tipo di recettore è quello che si attiva nell’infezione da HIV. I Linfociti Helper sono così stati chiamati perché inviano segnali ad altri Linfociti. La funzione dei CD4 è di attivare, coordinare e dirigere le altre cellule del sistema immunitario. In qualche modo fanno parte della linea di comando dell’esercito e stimolano i CD8, i Linfociti B e i Macrofagi. I Linfociti Th reagiscono specificatamente agli antigeni presentati dal MHCII. Quando i Linfociti T CD4 diminuiscono, il soggetto diventa molto vulnerabile. Il Virus dell’HIV colpisce elettivamente le cellule CD4. L’alterazione dei CD4 appare ben prima dei sintomi della malattia i quali in ultimo, si manifesteranno quando il numero dei CD4 sarà totalmente crollato. I Linfociti T CD4 si attivano, proliferano e si differenziano in seguito al riconoscimento dei peptidi antigienici extracellulari fissati su una molecola del MCH di classe II. I CD4 rilasciano diverse citochine che stimoleranno un’ulteriore sottopopolazione linfocitaria costituita dai Linfociti Th1 e Linfociti Th2.
Una diminuzione del numero dei T4 può essere osservata nei casi di infezioni croniche da virus (EBV, CMV, HIV etc…) o in caso di terapia con immunosoppressori, radioterapia o terapia con cortisone. Un aumento dei T4 si verifica in caso di infezioni di origine batterica,

Linfociti T CD25 T-reg: il CD25 o Recettore IL-2 della catena Alfa, è una proteina trasmembrana espressa dai linfociti T attivati, dai linfociti B attivati e dai Treg. Il CD25 si lega alla IL-2 la quale promuove la differenziazione e la proliferazione dei Linfociti T in cellule Memoria, inoltre promuove la proliferazione dei Treg, dei NK e dei Linfociti B così come la formazione degli anticorpi. Inibiscono la risposta immunitaria con azione di contatto cellula-cellula. Inibiscono i Linfociti T-Helper, i Linfociti T8 Citotossici e i Natural Killer (NK). Agiscono sopprimendo la stimolazione immunitaria e mantengono dunque la tolleranza verso il “Self”. I T-reg bassi favoriscono l’apparizione delle malattie auto-immunitarie che si scatenano contro il “Self”, cioè contro l’organismo stesso. I T-reg hanno il ruolo di contrastare l’infiammazione di tipo Th1 perché, benché i Th1 agiscano elettivamente nelle infezioni virali e parassitarie endocellulari, la loro attività eccessiva favorisce le patologie autoimmuni organo-specifiche e le flogosi croniche. Un aumento dei T-reg sebbene esprima un segno di una buona tolleranza immunitaria, può talvolta essere legato ad un’infezione cronica anche focale o a dei processi tumorali. Infine un aumento dei T-Reg si può verificare anche in caso di una terapia con cortisone a forte dosaggio.

Linfociti T CD8: Il CD8 è una glicoproteina transmembrana che ha funzione di co-recettore limitato agli antigeni del MHC di classe I. Si esprime sulla membrana dei linfociti T-citotossici, sui Natural Killer (NK) e sulle cellule corticali del Timo. I CD8 rappresentano la risposta verso i virus e cellule tumorali e permettono il legame con l’antigene specifico con formazione del MHC I. In sintesi i CD8 distruggono le cellule tumorali, le cellule infette da virus e intervengono nel rigetto dei trapianti.

Linfociti B CD19: Il CD19 è una proteina espressa sulla superficie dei linfociti B e sulle Cellule Dendritiche. I Linfociti B CD19 maturano e si trasformano in plasmociti. Si collocano poi nei tessuti e saranno capaci di rispondere alla concentrazione di antigeni e di produrre anticorpi, mediando l’immunità umorale. Sono i Plasmociti collocati nelle mucose che secernano le IgA secretorie e altri anticorpi solubili. Negli stati normali i Plasmociti non sono presenti nel sangue né nella linfa. Essendo il CD19 responsabile dell’attivazione dei Linfociti B, il suo deficit è associato ad una sindrome di immunodeficienza con conseguente diminuzione degli anticorpi.

Rapporto T4/T8: In condizioni normali il valore del rapporto deve situarsi tra 1,10 e 2,49. Il valore espresso in percentuale dei T4 deve dunque essere maggiore dei T8. È ormai comprovato che l’emivita dei T8 e maggiore di quella dei T4.

L’inversione del rapporto T4/T8 è un marcatore dell’immuno-senescenza e dell’invecchiamento dell’organismo. Spesso questo stato di invecchiamento viene accompagnato da un quadro di infiammazione cronica e viene definito come “Inflamm-Aging”, spesso presente nelle malattie croniche.

Un’inversione del rapporto T4/T8 può anche essere il testimone di una sub-dola infezione virale che progredisce causando una linfocitopenia T4 oppure può essere il testimone di una “Riattivazione Virale” da EBV, Herpes o CMV. Un aumento del rapporto T4/T8 può segnare un’attività auto-immune.

Linfociti i Natural Killer-NK1(CD8-CD57): sono cellule del sistema immu-nitario innato che rispondono ad invasioni di virus e batteri intra-cellulari. In pratica uccidono le cellule infette. A differenza dei Linfociti B e T, i NK non posseggono recettori di superficie agli antigeni ma bensì dei recettori che possiedono un preciso codice genetico a livello del loro DNA così da poter distinguere una cellula infetta da una sana. Possono essere identificati nel sangue tramite il CD56 e il CD16. Inoltre i NK producono Interferone-Gamma (INF-Gamma) che ha come compito quello di attivare i macrofagi che a loro volta distruggono i microbi fagocitandoli. L’ interferone Gamma (IFN-gamma) prodotto dai NK che si trovano nei linfonodi, può anche stimo-lare la differenziazione delle cellule T-naive in Linfociti Th1. I recettori che inibiscono o stimolano i NK sono di natura genetica e possono subire dei polimorfismi anche nello stesso individuo. Inoltre la proliferazione delle NK viene stimolata dalle Interleuchine IL-12, IL15 e IL-18. Alcuni NK possono dunque reagire in modo diverso allo stesso virus. Le NK secernono una proteina chiamata “Perforina” che facilita l’entrata nel citozolo della cellula di una seconda proteina enzimatica, la “Granzima”, che dà inizio al processo di apoptosi. Le NK vengono anche usate nella terapia anti-tumorale. È faci-le predire che i soggetti che presentano un deficit in NK saranno molto vul-nerabili alle infezioni da virus. I virus senza ostacoli, potranno sostituire il lo-ro materiale genetico a quello della cellula e alterarne il DNA. In ultimo, re-plicandosi, creerà nuove cellule “infette”. I NK1 diminuiscono nelle infezioni da Borrelia, causa la Malattia di Lyme.

I Natural Killer (in blu) attaccano e uccidono i virus
Fig.12: I Natural Killer (in blu) attaccano e uccidono i virus

NK2 (CD3+CD16): producono IFN-Gamma ma anche IL-5 che aumenta la produzione di IgA e IL-13. Quest’ultimo attiva i macrofagi nonché la produzione di muco. Inoltre la IFN-Gamma stimola la differenziazione dei Linfociti Th1. Un aumento dei NK2 protegge da infezioni virali, batteriche, fungine e dai processi tumorali.

NK3 (8CD3-CD16+CD56): producono il Fattore di Crescita Trasformante TGF-Beta, una citochina anti-infiammatoria ad azione immunosoppressiva che mantiene un’omeostasi immunologica e previene l’auto-immunità tramite la sua azione anti-proliferativa sui Linfociti B. Inoltre, il TGF-Beta inibisce le funzioni delle cellule NK e stimola la differenziazione dei Linfociti Th17 eTreg, mentre aumenta la produzione degli IgA e aumenta i fattori di angiogenesi.

Linfociti Th22: Linfociti Th17 così nominati per la loro produzione della Interleuchina IL-22. La IL-22 viene prodotta dai Linfociti Th17 a livello delle cellule epiteliali del tratto respiratorio, del tegumento, del tratto urogenitale e della lingua. La IL-22 stimola la produzione delle Difensine-Beta, proteine che riescono ad inserirsi nelle membrane e inducono la formazione di pori con conseguente morte per lisi della cellula. Aumentano la funzione di barriera a livello dei bronchi, inoltre aiutano la sopravvivenza delle cellule epatiche. Un loro deficit incrementa la vulnerabilità alle infezioni del tratto respiratorio e uro-genitale.

Linfociti T8 Citotossici (Cd57N): Sono i Linfociti del gruppo T8 che sono diventati “Effettori”. Intervengono contro i virus, i tumori e distruggono le cellule infettate in modo intra-cellulare. Producono citochine pro-infiammatorie come il Tnf-Alfa e l’ IFN- Gamma. Un valore diminuito evoca un deficit nella difesa anti-virale e anti-tumorale. Diminuiscono in caso di stress prolungato. Un aumento dei T8 Citotossici si osserva nelle infezioni virali, nelle leucemie e anche nelle malattie autoimmuni. È comunque normale osservare l’aumento dei T8 Citotossici nei bambini, anche senza presenza di patologie. Questo è uno degli elementi che protegge i bambini dalle infezioni virali.

Linfociti T8 Soppressori (8CD57P): Sono linfociti T regolatori, detti anche soppressori perché coinvolti nei processi di spegnimento della risposta immunitaria. Contribuiscono così alla Tolleranza Immunologica, in particolare inducendo l’apoptosi dei linfociti attivati ed esprimendo il recettore per l’ interleuchine IL2 in maniera da sottrarlo ai linfociti Th1. Questa regolazione soppressiva è deficitaria nell’autoimmunità, mentre viene sfruttata a proprio vantaggio dai tumori per eludere il sistema immunitario.

Rapporto T8c/T8s: Il rapporto T8 Citotossici / T8 Soppressori valuta il rapporto attivazione attacco / soppressione del sistema immunitario.

Linfociti Th1: intervengono elettivamente nelle infezioni virali e batteriche endocellulari. Inoltre combattono cellule in mutazione neoplasica. Producono prevalentemente le citochine IL-2, IL-12, IL-18, TNF-Alfa e IFN-Gamma, tutte volte a promuovere l’azione pro-infiammatoria, citotossica e proliferativa. L’eccesso della risposta dei Th1 predispone allo sviluppo di processi auto-immunitari. Inoltre bisogna osservare che i Th1 aumentano in situazioni di stress prolungato, confermando così l’effetto di ansia, paure, conflitti e quant’altro sul sistema immunitario e sulle patologie autoimmuni di tipo organo-specifiche, come avviene nella Tiroidite di Hashimoto o nel Morbo di Chron. La vaccinazione anti-tubercolare attiva i Linfociti Th1. Alcuni virus come l’Herpes, il Citomegalovirus e l’Epstein-Barr responsabile della Mononuclosi, hanno capacità di sintetizzare proteine simili all’IL-10 in grado di bloccare la differenziazione dei Th1. Ne consegue che la riduzione dei Th1 favorisce la popolazione dei Th2, con conseguente indebolimento del soggetto di fronte a nuove aggressioni virali. È una situazione questa che predispone alla vulnerabilità per infezioni virali e al fenomeno delle virosi croniche e delle “Riattivazioni Virali” – cioè le infezioni virali silenti che si rimanifestano in modo ricorrenti. Le riattivazioni virali da Herpes, CMV e Monocleosi possono sfociare in quadri clinici tra i più disparati. Come ad esempio la Sindrome di Stanchezza Cronica, la Fibromialgia o ancora e non ultima la Sindrome delle Gambe senza Riposo. In questi casi si può stimolare la differenziazione in Th1 somministrando interleuchine della serie Th1 in dosi fisiologiche o interleuchine della serie Th2 in dosi infinitesimali come avviene nella Micro-Immunoterapia “Low-dose”.

Linfociti Th2: hanno azione elettiva nelle allergie e nelle infezioni da elminti. I Th2 producono prevalentemente le citochine IL-4, IL-5, IL-6, e IL-13, tutte volte ad indurre l’attività dei Linfociti B, degli Leucociti Eosinofili, dei Mastocisti, degli IgA, degli anticorpi, e del muco. Inoltre i Th2 producono l’ IL-10 che inibisce l’ IL-12 responsabile della differenziazione dei Th1. I Th2, grazie alla produzione delle loro specifiche citochine, hanno così un controllo sul numero dei Th1. L’eccesso della risposta Th2 predispone al cancro, alla tubercolosi oltre che alle patologie autoimmuni di tipo sistemico, come avviene per esempio nel Lupus e nella Rettocolite Ulcerosa. Nei casi di stress prolungato aumentano anche i Th2.

Equilibrio Th1/Th2: La predisposizione a sviluppare una risposta Th1 o Th2 dipende dall’imprinting ricevuto durante l’infanzia. L’ambiente rurale porta verso una risposta prevalentemente di tipo Th1 e l’ambiente cittadino porta verso una risposta prevalentemente di tipo Th2. L’INF-Gamma blocca la proliferazione dei Th2. Mentre, l’IL-4 e l‘IL-6 bloccano la proliferazione dei Th1.
La linea di demarcazione non è sempre netta nella patologia. E di fatto si verifica sovente che negli stadi precoci si formano degli anticorpi specifici per un dato organo. Un esempio: gli anti-TPO per la tiroide. Negli stadi più avanzati della risposta immunologica si troveranno poi degli anticorpi specifici su altri organi anche se sono in fase asintomatica o addirittura anticorpi sistemici come gli Anticorpi-Anti-Nucleo (ANA) e Anti-mitocondrio (AMA).

Linfociti Th17: vengono così chiamati perché producono l’ IL-17, ma anche l’ IL-21 e l’ IL -22, tutte responsabili dell’aumento di produzione delle citochine pro-infiammatorie e delle chemochine. Le chemochine sono delle proteine esposte sul Glicocalice, struttura posta esternamente sulla membrana cellulare e che fornisce punti di ancoraggio per i recettori. Il Glicocalice è presente sull’epitelio all’interno dei vasi sanguigni e sulle cellule che formano la Barriera Intestinale. Le chemochine, liberate dall’aumento delle citochine pro-infiammatorie IL-1 e Tnf-Alfa, favoriscono l’espressione delle Difensine volte a rallentare il rotolamento dei Globuli Bianchi all’interno del vaso. I Globuli Bianchi in questo modo possono meglio aderire all’endotelio del vaso ed essere in grado di iniziare la loro migrazione verso il sito di infezione, oltrepassando la parete del vaso. La diminuzione dei Th17 predispone ad infezioni batteriche e fungine come la Candida. Il loro aumento fornisce una buona protezione anti-microbica a livello delle barriere dell’epitelio e delle mucose, ma può anche essere associato all’infiammazione cronica, alle malattie auto-immuni come la Sclerosi Multipla, l’Artrite Reumatoide, la Malattia di Chron, la Psoriasi e il Diabete di Tipo-1.

Rapporto Linfociti T CD4 /CD25: è il rapporto T-Helper / Treg-IL-2.

Rapporto Linfociti Th17/CD25: è il rapporto Linfociti Th17 / Treg-IL-2.

Rapporto Linfociti Th22/CD25: è il rapporto Linfociti Th22 / Treg- IL-2.

Linfociti T-attivati (CD+DR): Si tratta di Linfociti T4 recentemente attivati, in corso ad una differenziazione verso un Linfocita T-helper, verso un Linfocita Memoria o verso un Linfocita T-regolatore. Un aumento dei T-attivati evoca un processo piuttosto acuto di natura batterica, parassitario o fungino.

3. I CO-FATTORI CHE SOSTENGONO L’IMMUNITÀ

Nessun esercito può sperare di operare in modo efficace e rapido senza i giusti rifornimenti. I co-fattori principali del sistema immunitario sono: le Vitamine A, B6, B9, B12, C, D, E, K2, e i minerali Zinco, Rame, Selenio, Ferro e Magnesio. Il loro deficit rende il sistema immunitario più vulnerabile. Il loro tasso dipende in gran parte dai fattori di stile di vita.

Vitamina A: oltre al suo importante ruolo anti-ossidante per la sua inibizione della perossidazione dei lipidi, interviene nella formazione morfologica, nella cheratizzazione, nella stratificazione, nella differenziazione e nella maturazione funzionale delle cellule dell’epitelio. La Vit.A fa parte integrale del muco del tratto respiratorio e intestinale. Promuove la secrezione di mucina sostenendo così l’immunità innata e interviene nella differenziazione e maturazione dei Macrofagi M2 che esprimono citochine anti-infiammatorie. L’ all-trans-Retinoic Acid (atRA), metabolita della Vitamina A, induce il tropismo dei Linfociti e modula la differenziazione dei Linfociti T-helper e delle Cellule Dendritiche. Sono le Cellule Stellate del fegato e diversi tipi di cellule intestinali che sono capaci di trasformare la Vit.A /Retinolo in atRA. L’assorbimento della Vit.A avviene a livello delle cellule epiteliali intestinali e si correla con la presenza del GALT (Gut Associated Lymphoid Tissue) di cui fanno parte anche le tonsille, le placche di Peyer e i diversi tessuti linfoidi posti lungo il tratto esofago-gastro-intestinale. Ricordiamo che il 70% delle cellule del sistema immunitario, tra cui i linfociti T e B si trovano lungo il tratto digerente. Tutte le disfunzioni e patologie epatiche e digestive si ripercuoteranno dunque sui tassi fisiologici della Vit.A. Per le malattie croniche NCD pensiamo alla Steatosi Epatica, che trova la sua origine nella resistenza all’insulina tipica della Sindrome Metabolica, e alla Disbiosi Intestinale che sono tra le disfunzioni silenti più diffuse. Anche se queste ultime sono sempre più comuni, non devono per questo essere considerate “normali” o peggio ancora “normali per l’età”. In caso di processi patologici più avanzati, i deficit in Vit.A si accentuano così come il conseguente indebolimento delle linee di difesa immunitarie. Il tasso ottimale di Vit.A nel sangue è pari a 80µg/dL o 2,85 µmol/L. Il valore ottimale del Beta-carotene nel sangue è pari a 0,93 µmol/L.

Vitamina B6: ha un ruolo anti-ossidante in quanto contrasta la glicazione che forma le Advanced Glycosilation End-products (AGE’s), e la lipossidazione che forma le Advanced Lipoxydation End-products (ALE’s). Senza questa azione protettiva, il DNA subirebbe gli effetti dannosi della glicazione e verrebbe alterata la capacità di trascrizione e replicazione del materiale genetico. Inoltre l’ossidazione degli acidi grassi indurrebbe un’alterazione della struttura della membrana cellulare. La Vit B6 viene assorbita dall’epitelio intestinale e passa nel sangue ove si lega all’albumina o all’emoglobina. La Vit. B6, nella sua forma attiva Piridossale-5-Fosfato (P5P), che interviene in sinergia con la Vit.B12, è un elemento chiave nel Ciclo della Metilazione. Tra le altre funzioni, quest’ultimo contribuisce alla riparazione del DNA tramite la produzione dei gruppi metile. A livello del sistema immunitario, il deficit della Vit.B6, si ripercuote su diversi fattori: diminuisce l’espressione del Soppressore della segnalazione delle Citochine-1 (SOCS-1) che intervengono sulle IL-2, IL-3 e INF-Gamma, aumenta l’espressione del fattore di trascrizione T-bet che stimola la linea dei Linfociti Th1, sopprime la differenziazione dei Linfociti T e diminuisce la secrezione dell’IL-2 e aumenta quella della IL-4. Nelle infezioni acute il livello della P5P è inversamente correlata con l’aumento della PCR. Il tasso ottimale della vitamina B6 nel sangue è pari a 16 µg/L.

Vitamina B9: per soddisfare le quantità di Acido Folico necessario al suo metabolismo,l’uomo deve necessariamente attingere alle sue fonti alimentari in quanto non è capace di sintetizzare tale vitamina. Una seconda fonte importante di Acido Folico è quella sintetizzata da parte dei batteri della flora intestinale. I Folati sono necessari alla sintesi del DNA e del RNA. A livello immunitario la Vit. B9 sostiene la formazione dei Linfociti T (CD8) e dei Natural Killer (NK) ed inoltra aumenta l’attività dei T-reg. Il valore ottimale dei Folati nel sangue è pari a 800 µg/L.

Vitamina B12: L’enzima Metionina-sintasi, che dipende dalla Vit.B12 come co-fattore, risulta cruciale per la sintesi delle basi che costituiscono la struttura del DNA e del RNA, incluse quelle necessarie alla replicazione delle cellule del sistema immunitario. La Vit.B12 sostiene la produzione dei Linfociti T8, il giusto rapporto CD4/CD8 e la proliferazione dei Natural Killer (NK). La Vit. B12 sostiene la formazione dei CD3, CD16, e CD57 i quali a loro volta sostengono la formazione dei NK1 e NK2. Il valore ottimale della Vit.B12 nel sangue è pari a 700 µg/L.

Vitamina C: oltre al suo importante ruolo come antiossidante nel controllo dei Radicali Liberi (ROS) in sinergia con la Vit.E e il Beta-carotene, la Vit.C, protegge importanti enzimi anti-ossidanti: Catalase (CAT), Superossido Dismutase (SOD) e Glutatione (GSH) dall’attacco dei ROS. Interviene nell’assorbimento del ferro tramite la riduzione del Fe3+ in Fe+2, partecipa ai segnali di trasduzione, sostiene la sintesi ormonale, disintossica l’organismo dai metalli tossici attraverso la stimolazione del citocromo P450, partecipa alla sintesi e alla stabilità del collagene, contrasta la perossidazione dei lipidi (LPO) e infine sostiene e stimola il sistema immunitario.
La Vit.C sostiene e stimola sia l’immunità innata che quella adattativa. Si accumula nei fagociti (neutrofili, monociti, macrofagi, mastocisti e cellule dendritiche) necessari per le diverse linee di difesa immunitaria e per la rimozione dei detriti cellulari. Sostiene i processi di chemiotassi, fagocitosi e in ultima analisi l’annientamento dei microrganismi. È anche necessaria per il processo d’apoptosi cellulare e per l’attività dei macrofagi. La Vit.C stimola la proliferazione e la differenziazione dei Linfociti B e T, tramite la sua azione di regolazione genetica. Durante un’infezione acuta i livelli di Vit.C scendono drasticamente. Nel suo articolo pubblicato nel Giugno del 2017 intitolato Hydrocortisone, Vitamin C, and Thiamine for the Treatment of Severe Sepsis and Septic Shock: A Retrospective Before-After Study, il Dr. Paul Marik MD, medico di terapia intensiva presso il Sentara Norfolk General Hospital in Virginia, dichiara che si è dimostrato molto positivo in caso di sepsi di somministrare ai pazienti per via endovenosa 200 mg di Tiamina (Vit.B1) ogni 12 ore, 1.500 mg di Vit.C ogni sei ore e 50 mg di idrocortisone ogni 6 ore per due giorni. La sua esperienza clinica ha dimostrato che il tasso di mortalità è così stato ridotta dal 40 % al 8,5 %. Nell’ articolo pubblicato dai Dottori Zhang Lei e Yunhui Liu nel Journal of Medical Virology, 04/2020: “Potential interventions for Novel Coronavirus in China: A systematic review”, scrivono che “la Vitamina C supporta le funzioni immunitarie e protegge contro il Coronavirus”. Gli autori citano un articolo che conferma l’azione positiva della Vit.C nel sostenere il sistema immunitario: Harri Hemilä,Vitamin C and SARS Coronavirus, in Journal of Antimicrobial Chemotherapy, Vol. 52, Issue 6, December 2003, pp. 1049-1050.
La somministrazione di Vit. C per via endovenosa come eseguita nella Terapia Infusionale, sotto forma del “Mayer’s Cocktail”, si è dimostrata anche molto utile nel trattamento delle Malattie Croniche (NCD) in quanto presentano tutte un alto tasso di stress ossidante e spesso un deficit della difesa immunitaria. Il tasso ottimale di Vit.C nel sangue è pari a 1.300 µg/L.

Vitamina D: inibisce la maturazione delle Celulle Dendritiche e la produzione delle loro citochine effettrici IL-12 e simultaneamente promuove la produzione della loro citochina inibitrice IL-10, di conseguenza regola lo sviluppo e l’attività dei Linfociti T. Geni dei Recettori-Vitamina D-mediati (VDR) includono la molecola anti-microbica chiamata Catelicidina, una proteina prodotta dai granulociti neutrofili sulla base del segnale mediato dalle citochine infiammatorie. Gli stessi geni includono la Beta-defensina prodotta dalle cellule epiteliali del tratto respiratorio, del tegumento, del tratto urogenitale e della lingua.
La Vit.D inoltre protegge la barriera intestinale in quanto contribuisce a stabilizzare le Giunzioni Serrate (Tight Junctions) che legano le cellule intestinali tra loro, impedendo così l’induzione di risposte immunitarie aberranti dovute alla presenza di patogeni nella flora intestinale.
A livello dei Monociti, la Vit.D aumenta la produzione di IL-1 e diminuisce la produzione delle citochine infiammatorie IL-6 e Tnf-Alfa. Infine agisce come meccanismo di feedback negativo sul sistema monocito-macrofago al fine di ridurre l’eccesso di flogosi nella fase tardiva dell’infiammazione. In quei soggetti affetti da malattie croniche è comune ma non “normale” trovare dei tassi di Vit.D decisamene insufficienti che influiscono negativamente sul loro sistema immunitario rendendoli ancora una volta vulnerabili. Il tasso ottimale di Vit.1,25-OH D nel sangue è pari a 80 ng/mL.

Vitamina E: un tempo, le maestre a scuola distribuivano un cucchiaio di olio di fegato di merluzzo a tutti i bambini. Era la loro fonte di Vitamine A, D e E, e di iodio e acidi grassi Omega-3. Queste sostanze sostenevano a meraviglia il loro sistema immunitario. Nei nostri giorni la grande maggioranza dei bambini mangiano merende zuccherate che inducono una disbiosi e indeboliscono il loro sistema immunitario.

L’olio di fegato di merluzzo contiene le Vit.A, Vit.D, Vit E, iodio e aci-di grassi Omega-3
Fig.13: L’olio di fegato di merluzzo contiene le Vit.A, Vit.D, Vit E, iodio e aci-di grassi Omega-3

La Vit.E è un potente antiossidante che protegge gli acidi grassi poli-insaturi (PUFA), compresi nella struttura delle membrane cellulari, dall’aggressione dai Radicali Liberi ROS e RNS. È coinvolta nella trasduzione dei segnali per la regolazione di diversi enzimi. Questa vitamina inibisce la Protein-Kinase-C (CPK) e di conseguenza inibisce l’aggregazione delle piastrine. Inoltre contrasta la proliferazione dei Monociti, dei Macrofagi, dei Neutrofili e l’attività dei muscoli vascolari. Sotto l’azione della Vit.E, è stata osservata una diminuzione della produzione del Radicale Libero Superossido (O2-) all’interno dei neutrofili e dei macrofagi. La Vit.E aumenta la proliferazione dei Linfociti B e T, i livelli delle IL-2 e diminuisce il livello dell’interleuchina IL-6 pro-infiammatoria. Inoltre si osserva una diminuzione della produzione della PGE2 tramite l’inibizione della COX2. Infine la Vitamina E modula l’equilibrio tra Linfociti Th1 e Th2. Il tasso ottimale di Vit.E è pari a 45 µmol/L o 18 µg/ml.

Vitamina K2: Il gruppo delle diverse Vit.K è coinvolto nell’omeostasi della coagulazione e del calcio. La Vit.K2, che viene sintetizzata a livello intestinale in simbiosi con la flora intestinale, protegge dalle calcificazioni vascolari in quanto attiva la proteina GLa della Matrice che inibisce la precipitazione del calcio all’interno del vaso. La stessa vitamina K2 stimola l’attività degli osteoblasti e inibisce l’attività degli osteoclasti, rinforza così la struttura delle ossa e rallenta il processo osteoporotico. Le Vitamine D e K2 agiscono in sinergia a livello del metabolismo osseo. Nel sistema immunitario si ipotizza che la Vit K2 agisca sulla proliferazione dei Linfociti T. Si osservano anche effetti immunosoppressivi della Vit.K2 in alcuni tumori e in talune malattie autoimmuni. I valori normali del gruppo delle vitamine K nel sangue oscilla tra 15 e 30 µg/dL.

Zinco Eritrocitario (Zn): è un componente essenziale per l’attivazione del sistema immunitario. Sostiene lo sviluppo e la funzione dei Neutrofili e dei Natural Killer (NK). Stimola l’attività dei macrofagi, i processi di fagocitosi, l’annientamento intracellulare e la produzione delle citochine. Inoltre sostiene la differenziazione e la funzione dei Linfociti T e B. Ha anche una valenza come co-fattore anti-ossidativo. Il livello ottimale di Zinco si situa tra 75 e 110 µg/dL. II rapporto Zinco / Rame ottimale è pari a 1.

Rame (Cu): Oltre al suo ruolo di co-fattore nel sostenere la difesa antiossidante, interviene nella catena di trasporto degli elettroni a livello mitocondriale. Il rame sostiene la produzione di IL-2 e la funzione dei Neutrofili. Il livello ottimale del Rame nel sangue si situa tra 70 e 140 µg/dL.

Selenio (Se): ha delle spiccate proprietà anti-ossidanti in quanto è incorporato nelle Selenoproteine, le perossidi con forti proprietà anti-infiammatorie e le Deionidasi coinvolte nella produzione dell’ormone tiroideo T3 che accelera il metabolismo e dunque potenzia la difesa immunitaria. Inoltre il Se interviene nel Ciclo Redox del Glutatione dove agisce come co-fattore per l’enzima Glutatione-perossidasi (GPX) che permette la rigenerazione del Glutatione ridotto in Glutatione ossidato. L’apporto di Selenio stimola la differenziazione e proliferazione dei Linfociti T e B. Il livello della GPX nel sangue si situa tra 40 e 76 UI/g Hb. Il livello di Selenio nel sangue si situa tra 77 e 118 µg/L.

Ferro (Fe): È un elemento fondamentale della funzione mitocondriale. La maggior parte del ferro mitocondriale è destinato alla produzione di eme. Il ferro diventa così un componente dell’emoglobina, della mioglobina, dei ci-tocromi, dei cluster Fe-S e delle sub-unità del complesso della catena di trasporto degli elettroni. Il ferro, a livello immunologico, agisce sulla prolife-razione e la maturazione dei Linfociti. Tramite la Lattoferrina e la Trasferri-na, il corpo ha la capacità di ridurre il ferro disponibile per la proliferazione dei batteri, dei parassiti e delle cellule tumorali. Il sistema immunitario, dun-que, mette in essere dei meccanismi batteriostatici basati sull’apporto di fer-ro, al fine di ridurre il suo consumo da parte dei batteri che ne hanno biso-gno per la loro proliferazione. La normale sideremia si situa tra 65 e 156 µg/dL per gli uomini e tra 50 e 170 µg/dL per le donne. Il livello normale del-la Ferritina, indicatore della riserva in ferro, si situa tra 60 e 250 µg/L.

4. INDICI DELLA DIFFESA ANTI-OSSIDANTE

Glutatione: è il più potente anti-ossidante endogeno e può essere rigenerato grazie al Ciclo Redox del Glutatione, sostenuto dalla Riboflavina (Vit. B2), dal Selenio e dalla N-Acetyl-Cisteina (NAC) che fornisce la Cisteina necessaria. È stato osservato che l’apporto di NAC e Cisteina sostengono la formazione del Glutatione nei polmoni, migliora le condizioni dei soggetti affetti da Bronco-Polmonite-Cronica-Ostruttiva (BPCO) che è considerata una delle Malattie Croniche NCD più comuni. Il Glutatione aumenta la proliferazione dei linfociti e dei Natutal Killer (NK). Il livello normale di Glutatione nel sangue si situa tra 778 e 1.520 µmol/L.

Coenzima-Q10: o Ubiquinone, ha forte potere anti-ossidante in quanto ha un ruolo determinante nella catena respiratoria che si svolge nel mitocondrio. Alcuni studi hanno dimostrato che, nei casi di infezione da HIV, la somministrazione di Co-Q10 e Vit.B6 aumentano la proliferazione dei Linfociti T4 e il Rapporto T4/T8. Il livello normale del Co-Q10 si situa tra 0,85 e 2,80 µmol/L.

5. INDICI DELL’ INFIAMMAZIONE

Proteina C-Reattiva (PCR): viene prodotta dalle cellule epatiche durante la fase acuta dell’infiammazione. La sua produzione viene indotta dall’IL-6 prodotta dai macrofagi, dalle cellule endoteliali e dai Linfociti T, così come la IL-1-Alfa e la IL-1-Beta prodotte dai macrofagi e dalle cellule dendritiche. La PCR è il marker di riferimento dell’infiammazione sistemica. Il PCR misurato nel sangue, quando è nella norma, deve essere inferiore a 1 mg/dL. Un test più preciso in grado di misurare quantità minori è il PCR-ultrasensibile (PCR-us) il cui valore normale si situa tra 5 e 10 mg/L. Il PCR sale in modo cronico nelle malattie cardio-vascolari ed è considerato come uno dei maggior fattori di rischio. La PCR si innalza nella maggior parte delle malattie croniche, nelle malattie autoimmuni, nella cellulite etc…Pare ovvio che il protrarsi di un’infiammazione cronica e silente, sollecita continuamente il sistema immunitario e finisce per indebolirlo.

VES: La velocità di eritrosedimentazione è un indice che rivela, o meno, la presenza di infiammazioni causate da infezioni, tumori e malattie autoim-muni. Il suo valore normale cambia e sale con l’età. Il valore tra i 20 e 49 anni oscilla tra 0 e 13 mm/h e il valore tra i 50 e 69 anni oscilla tra 0 e 28 mm/h.

6. MARKER DELL’ AUTO-IMMUNITÀ

Anticorpo Anti-Nucleo (ANA): è un marker che determina la presenza di un gruppo di auto-anticorpi che aderiscono ai componenti del nucleo cellulare. La loro presenza mette in evidenza che il corpo ha perso la sua “Self-Tolerance” e che è dunque in atto una malattia autoimmune. Vengono considerati positivi titoli anticorpali ANA superiori a 1:40 (o a concentrazioni di 5 UI/mL). Titoli elevati > 1:160 (o a concentrazioni di 20 UI/mL ).

Anticorpo Anti-Mitocondrio (AMA): è un marker che rileva la presenza di auto-anticorpi che si dirigono contro i mitocondri. È un test per patologie autoimmuni, cirrosi biliare primaria, epatite cronica attiva, lupus, anemia perniciosa, artrite reumatoide, Morbo di Addison. Nei soggetti anziani può essere presente una debole positività cosiddetta “aspecifica”. Una titolazione di 1:20 è considerata “normale”.

IgA: sono anticorpi sintetizzati dai Linfociti B soprattutto dal tessuto linfoide associato alle mucose (Mucous Associated Linfoid Tissue, MALT). Il loro numero sale in caso di infezioni croniche, in caso di epatopatie croniche, in alcuni mielomi e artriti reumatoidi. Il valore normale delle IgA oscilla tra 70 e 400 mg/dL. Nel deficit di IgA selettivo il livello di IgA è < 7 mg/dL con livelli normali di IgG e IgM. Si tratta della forma più frequente di immunodeficienza primaria. Molti pazienti sono asintomatici, ma alcuni sviluppano infezioni ricorrenti e patologie autoimmuni.

7. MARKER DELLO STRESS OSSIDATIVO

Anticorpo Anti-LDL-Ossidati: è un marker per lo stress ossidativo che mette in luce l’effetto dannoso dei radicali liberi sui lipidi circolanti. L’anti-LDL-ossidato rappresenta quella frazione del Colesterolo che partecipa alla formazione della placca ateromasica. Infatti, con l’enzima Lp-PLA2 respon-sabile della liquefazione interna della placca e dunque del distacco di un trombo. l’Anti-LDL-ossidato è uno dei maggiori fattori di rischio cardio-vascolare. Il suo range va da 0 a 930 U/L, ma più basso è il suo valore, me-glio è.

Fig.14: È il Colesterolo-LDL-Ossidato che contribuisce a formare la placca ateromasica all’interno del vaso e non il Colesterolo stesso.
Fig.14: È il Colesterolo-LDL-Ossidato che contribuisce a formare la placca ateromasica all’interno del vaso e non il Colesterolo stesso.

Anticorpo 8OHdG: è un marker dello stress ossidativo e della carcinogenesi. Può essere presente nel DNA del nucleo cellulare e nel DNA mitocondriale ed è una delle manifestazioni dominanti a testimonianza di una lesione genetica molecolare indotta dallo stress ossidativo. Il valore ottimale del 8OHdG urinario deve essere inferiore a 28 µg/L.

CPK: La Creatinchinasi interviene in tutti quei tessuti che richiedono un alto apporto di energia, come muscoli e cervello. Questo enzima esiste anche nella sua forma mitocondriale (MtCK) e viene spesso alterato da situazioni patologiche nelle quali è presente un forte stress ossidativo. Il valore ottimale della CPK oscilla tra 60 e 90 U/L.

Conclusione

Diversi organismi sollecitano diverse linee di difesa dell’organismo. Nello specifico, il coronavirus SARS-CoV-2 può essere mortale per la sua capacità di stimolare una parte della risposta immunitaria innata chiamata “Inflammasoma” NLRP3. Quest’ultimo in modo incontrollabile, provoca una tempesta infiammatoria tramite il rilascio di citochine IL-6 con un conseguente danno severo e spesso irreversibile.

Nelle malattie croniche, come il diabete, le malattie cardio-vascolari e l’obesità, è già presente uno stato infiammatorio cronico e silente che nel tempo causa lesioni ai tessuti e allo strato di cellule che tappezza l’interno dei vasi – l’ endotelio vascolare. Quando arriva la tempesta infiammatoria dovuta al SARS-COV-2, questa forte infiammazione accelera il processo degenerativo già da tempo presente dei tessuti e nel caso delle malattie cardio-vascolari, può accelerare l’instabilità e la vulnerabilità delle placche ateromasiche con conseguenti distacchi di trombi che possono diventare letali. Sono proprio le malattie croniche, soprattutto se hanno raggiunto il loro stadio più avanzato, che determinano la vulnerabilità del sistema immunitario e il conseguente rischio di decesso. Gli anziani sono soggetti a sei fattori di rischio che si sommano che li rendono particolarmente vulnerabile: le malattie croniche, la sedentarietà, la disbiosi intestinale con prevalenza di batteri patogeni come la Prevotella,  il deficit di assorbimento a livello intestinale dei co-fattori che sostengono l’ immunità, un alto grado di stress ossidante e i deficit di diversi ormoni dovuti all’età.

Una difesa immunitaria, che può contare su tutte le sue integre linee di difesa e il giusto apporto di nutrienti, così come uno stile di vita armonioso, potrà far fronte all’invasione dei microrganismi.

Il Test delle Difese Immunitarie evidenzia quegli specifici elementi che mettono a rischio l’individuo. Si tratta di uno strumento prezioso per monitorare gli effetti della terapia.

Il profilo immunitario del soggetto a rischio per un’infezione virale, come lo può rivelare il test, è il seguente: IgA bassi, Linfociti T CD3 bassi, Linfociti T4 elettivamente bassi, Linfociti T8 bassi, Rapporto T4/T8 alto, Natural Killer (NK1 e NK2) bassi. Linfociti Th1 bassi. PCR alta, Anti-LDL alti, 8OHdG alto.

Paragonando le difese immunitario di un individuo ad un terreno e il Virus SARS-Covid-2 ad un seme, se questo viene seminato su una roccia, inizierà a crescere ? Se invece viene seminato su un terreno fertile, crescerà ? E’ lo stato delle difese immunitario che fa la differenza di come verrà espressa la malattia Covid-19 e non il virus stesso. In una fase di convalescenza del Covid-19 bisognerà dunque rinforzare il terreno perché la particolarità del SARS-Covid-2, come il virus dell’ HIV, è che danneggia il sistema immunitario.

La vulnerabilità aumenta in presenza di deficit delle diverse vitamine e minerali che sostengono il sistema di difesa. I deficit ormonali dovuti allo stress cronico e all’avanzare dell’età aumentano ancora di più la vulnerabilità. Il quadro peggiora ulteriormente se viene sostenuto dai deficit e dall’infiammazione cronica indotta dalle malattie croniche (NCD) e da un errato stile di vita. Il test è prezioso anche per coloro che sono in convalescenza e che oltre ad una cura per contrastare l’invasore, necessitano di una cura personalizzata per cambiare il terreno che ha permesso all’infezione di svilupparsi. Infine,

Esiste una unità tra corpo, struttura energetica e spirito. Le difese immunitarie subiscono le disarmonie presenti in questo sistema auto-regolato.

 


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