Fig. 1, RMN del collo e dell’encefalo nella quale si vede con liquido di contrasto, il percorso delle arterie cervicali che defluiscono poi nella circolazione dell’encefalo.
Ogni problematica cervicale si ripercuote sul flusso del sangue e sull’apporto di ossigeno all’interno dell’arteria vertebrale che dalla base del collo vanno al cervello.
INTRODUZIONE
La sindrome vertiginosa può manifestarsi con uno o più sintomi, come: acufeni; nausea; mal di testa; pallore, sudorazione e mancamento; svenimento; visione offuscata.
È importante sottolineare che le sindromi vertiginose, seppur manifestandosi con caratteristiche simili, possono avere origini diverse.
Citiamo quelle più comuni che hanno origine cervicale, vascolare, acustiche, cerebrale, metaboliche e in alcuni casi anche psicologiche.
Al fine di stabilire la causa esatta della vertigine sarà necessario un approfondimento diagnostico, tramite specifici test clinici, esami di laboratorio e strumentali (RX, RMN, TSA ed esame vestibolare).
Le vertigini di origine cervicale sono causate da una compressione delle strutture muscolo-scheletriche del collo e/o dell’arteria vertebrale.
COS’E’ L’ARTERIA VERTEBRALE E PERCHE’ PUO’ ESSERE LA CAUSA DELLE VERTIGINI?
Fig. 2, viene rappresentato il decorso e l’anatomia dell’arteria vertebrale.
Come si vede in Fig. 2, l’arteria vertebrale nasce dall’arteria succlavia e risale all’interno di uno specifico canale presente all’interno della colonna cervicale, definito come canale trasversario. In seguito contorna le masse laterali della prima vertebra cervicale detta “Atlante”, per poi penetrare all’interno del cranio attraverso il foro occipitale.
Le due arterie vertebrali destra e sinistra, si uniscono poi per formare l’arteria basilare all’interno del cranio.
Fig. 3, il decorso dell’arteria all’interno del canale trasversario formato dai processi trasversi delle vertebre cervicali.
Queste arterie hanno una stretta relazione con la postura della colonna cervicale.
Ogni variazione di conformazione della postura o del movimento della colonna cervicale, si ripercuote sul decorso e sul flusso delle arterie vertebrali.
I muscoli del collo possono creare delle tensioni tali da indurre una postura e un movimento cervicale che comprimerà le arterie vertebrali.
Se l’arteria vertebrale che partecipa all’irrorazione del cervello viene compressa, il volume di sangue che dovrebbe confluire normalmente all’interno del cranio si riduce e da qui da origine alla vertigine.
QUALI SONO GLI ESAMI STRUMENTALI DA ESEGUIRE PER CAPIRE MEGLIO L’ORIGINE DELLE VERTIGINI?
Gli esami strumentali da eseguire quando si ipotizza una vertigine di origine cervicale sono: la radiografia (RX), la risonanza magnetica (RMN) del rachide cervicale e dell’encefalo e un esame vestibolare. Questi esami sono utilissimi per capire lo stato dei tessuti della colonna cervicale e se siamo in presenza di una compressione delle arterie. Inoltre, permettono di escludere un processo degenerativo artrosico, una discopatia o una patologia del cervello.
Un altro esame di vitale importanza in caso di vertigini è l’ecocolordoppler dei tronchi sovraortici (TSA). Permette di studiare e di escludere eventuali stenosi che hanno come conseguenza la diminuzione del flusso del sangue verso il cervello.
Tutti questi esami fanno parte della procedura diagnostica che permette di trovare la causa di una sindrome vertiginosa.
Il flusso sanguigno nelle arterie vertebrali può essere impedito da due fattori:
- Dai fattori intrinseci tipici della patologia aterosclerotica con formazione di placca e stenosi.
Fig.4, viene rappresentato un’arteria sana a confronto con una aterosclerotica.
- Dai fattori estrinseci rappresentati dalle alterazioni della meccanica del rachide cervicale e dalle alterazioni dei forami intra-trasversari in cui passa l’arteria vertebrale.
L’osteopata è in grado di risolvere le vertigini di origine cervicale.
QUAL È L’APPROCCIO OSTEOPATICO IN CASO DI VERTIGINE DI ORIGINE CERVICALE?
Innanzitutto l’osteopata esegue specifici test di mobilità del rachide cervicale per individuare le specifiche zone dove l’arteria vertebrale perde il suo flusso fisiologico.
Fig. 6, muscolatura cervicale.
La figura 6 descrive la complessità della muscolatura del rachide cervicale. L’arteria vertebrale passa all’interno del suo canale osseo che è ricoperto da tutti questi muscoli.
Grazie alla loro inserzione sulle prime due coste, i muscoli scaleni hanno la funzione di alzarle per iniziare il movimento fisiologico della respirazione.
Ogni trauma, alterazione posturale della colonna cervicale e difficoltà respiratoria, genererà una contrattura muscolare che può comprimere l’arteria vertebrale.
I suddetti test sono l’unico strumento per rivelare se la compressione è dettata da una contrattura della muscolatura del collo o da un blocco vertebrale.
Una volta individuato il meccanismo di compressione, l’osteopata potrà scegliere quale tipo di manipolazioni è più idonea ed intervenire per correggere definitivamente la disfunzione.
Fig. 7, vista superiore di una vertebra cervicale. I due fori laterali sono i due orifizi nella quale passano le arterie vertebrali.
In figura 7, facendo attenzione nella visione superiore, si può notare il foro che è presente in ogni vertebra cervicale e che delimita il canale trasversario in cui passa l’arteria vertebrale.
I punti dove maggiormente l’arteria può andare incontro a compressione sono la sesta vertebra e la prima cervicale.
I due meccanismi che contribuiscono ulteriormente a comprimere l’arteria vertebrale sono:
- Il processo degenerativo artrosico,
- L’alterazione della postura.
Il trattamento osteopatico non considera solo la colonna cervicale, ma anche come questa si muove rispetto al movimento di tutta la colonna vertebrale.
CONCLUSIONE
Le vertigini possono avere una origine cervicale, vestibolare, cerebrale, vascolare, metabolica e psicologica.
La diagnosi differenziale viene fatta tramite analisi di laboratorio, una accurata anamnesi ed esami strumentali, quali: RX, RMN, TSA ed esame vestibolare.
Le vertigini di origine cervicale che comprimono le arterie vertebrali sono di specifica competenza dell’osteopata.
L’osteopata analizza la dinamica cervicale e posturale globale tramite specifici test manuali, sceglierà poi le tecniche manipolative sicure e specifiche per correggere definitivamente lo squilibrio che ha causato la sindrome vertiginosa.